Via Duca d’Aosta, 16, Matino (LE)

Bando ufficiale 2023

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PREMIO DI GIORNALISMO “ALDO BELLO”

BANDO E REGOLAMENTO DEL CONCORSO – X EDIZIONE (2023)

  • Art. 1 Il Centro Studi “Aldo Bello”, con sede in Matino (Le), alla Via Duca d’Aosta, 16, la Banca Popolare Pugliese e New Genesys srl, con il patrocinio della Città di Matino e della città di Galatina, promuovono il Concorso “Premio di giornalismo Aldo Bello” per l’anno scolastico 2022-‘23 (X edizione)
  • Art. 2 Il Concorso si propone le seguenti finalità:
    • Stimolare nelle nuove generazioni l’amore per la terra d’origine nonchè una attenta riflessione sulle potenzialità in essa presenti e sulle possibilità di promuoverle e valorizzarle all’interno di una società sempre più globale
    • educare i giovani, già dagli anni di formazione scolastica, all’uso della scrittura giornalistica e della scrittura creativa, che richiede vivacità e originalità di idee, agilità di esposizione e freschezza di linguaggio
    • ravvivare la memoria del pensiero e delle opere di Aldo Bello, insigne e apprezzato giornalista e direttore RAI, ideatore e direttore responsabile della Rassegna trimestrale Apulia promossa dalla Banca Popolare Pugliese (consultabile sul sito web http://www.bpp.it/Apulia), nonché scrittore, saggista e poeta, nato a Galatina nel 1937 e scomparso a Roma nel 2011
  • Art. 3 Sono ammessi a partecipare al Concorso tutti gli alunni delle classi terze, quarte e quinte degli istituti scolastici superiori del Salento.
  • Art. 4 Il Concorso è suddiviso in due distinte sezioni:
    1. Sezione GIORNALISMO
    2. Sezione NARRATIVA
      E’ possibile partecipare a una o entrambe le sezioni del Concorso con un massimo di un elaborato per persona per ciascuna sezione. Ogni elaborato dovrà essere individuale (in caso contrario, non sarà valutato) e oggetto di una prima selezione da parte del docente coordinatore.
      Gli elaborati dovranno avere le seguenti caratteristiche:
    • 1. Sezione GIORNALISMO
      • l’elaborato dovrà essere in forma di articolo di giornale, inchiesta, saggio o intervista
      • la scrittura sarà prevalentemente giornalistica, ossia agile, convincente e coinvolgente
      • il contenuto – di massima – non dovrà superare n. 3 cartelle formato A4
    • 2. Sezione NARRATIVA
      • l’elaborato dovrà essere in forma di racconto breve, cronaca immaginaria o monologo
      • non vi sono vincoli formali o stilistici: si lascia spazio alla creatività ed all’immaginazione
      • il contenuto – di massima – non dovrà superare n. 5 cartelle formato A4
  • Art. 5 Ogni elaborato dovrà contenere:
    • nome e cognome dell’autore del testo, classe e scuola di provenienza, indirizzo telematico
    • nome e cognome del docente referente o del coordinatore, corredato di indirizzo telematico
    • traccia di riferimento e titolo dell’elaborato
    • un’essenziale bibliografia di riferimento (sono preferibili brevi citazioni per non appesantire il testo)
  • Art. 6 L’invio degli elaborati dovrà essere effettuato per via telematica in formato PDF all’indirizzo di posta elettronica elaborati@centrostudialdobello.it oppure caricati (tramite upload) mediante la apposita form presente sul portale ufficiale della manifestazione all’indirizzo web www.centrostudialdobello.it entro e non oltre il 15 marzo 2023.
    Importante: Al momento dell’invio tramite posta elettronica si suggerisce di controllare che il file contenente l’elaborato sia effettivamente allegato.
    Importante: Un elenco degli elaborati pervenuti sarà pubblicato su di una apposita pagina del portale ufficiale del Centro Studi Aldo Bello all’indirizzo web www.centrostudialdobello.it nella forma COGNOME e NOME dell’autore e SEZIONE DEL CONCORSO (giornalismo o narrativa). Sarà cura degli interessati verificare l’avvenuta ricezione da parte del Centro Studi Aldo Bello del proprio contributo ed eventualmente contattare il Centro medesimo per eventuali verifiche.
  • Art. 7 Gli elaborati saranno valutati da una Commissione composta da operatori del mondo dell’informazione e letterario, presieduta da un giornalista della RAI o di altra testata nazionale o internazionale che abbia condiviso con Aldo Bello parte della propria carriera. I componenti della Commissione esprimeranno la loro personale e insindacabile valutazione tenendo conto della ricchezza e pertinenza dei contenuti, dell’agilità e scorrevolezza della scrittura, dell’originalità dell’impostazione
  • Art.8 I partecipanti dovranno sottoscrivere una lettera liberatoria per la divulgazione dei propri elaborati attestante la legittima paternità dell’opera e che garantisca che i contenuti non vìolano leggi, diritti o privacy di terzi e non hanno né forme nè contenuti diffamatori e/o denigratori. La liberatoria dovrà inoltre indicare che la concessione dei diritti di pubblicazione dell’opera sarà a titolo gratuito e che gli autori nulla avranno a che pretendere per la pubblicazione degli elaborati nè ora nè in futuro. La mancata sottoscrizione di detta liberatoria comporterà l’esclusione dal concorso. Il testo della liberatoria sarà reso disponibile sul sito www.centrostudialdobello.it e dovrà pervenire congiuntamente all’elaborato attraverso i medesimi canali telematici.
  • Art. 9 La premiazione avverrà nella fase finale dell’anno scolastico e si svolgerà nella sala consiliare del Palazzo Marchesale di Matino (LE):
    • ai primi 3 classificati della Sezione Giornalismo saranno assegnati un diploma e una targa di merito e offerto un premio in denaro da parte della Banca Popolare Pugliese (primo premio) e del Centro Studi “Aldo Bello” (secondo e terzo premi):
      • 500 euro al primo classificato
      • 300 euro al secondo classificato
      • 200 euro al terzo classificato
    • ai primi 3 classificati della Sezione Narrativa saranno assegnati un diploma e una targa di merito e offerto un premio in denaro da parte della Banca Popolare Pugliese (primo premio) e del Centro Studi “Aldo Bello” (secondo e terzo premi):
      • 500 euro al primo classificato
      • 300 euro al secondo classificato
      • 200 euro al terzo classificato;
        N.B.: Chi non si dovesse presentare durante la serata finale per ritirare il premio, perde il diritto al premio.
  • Art. 10 La Commissione di valutazione, inoltre, assegnerà delle medaglie e dei diplomi ai finalisti che abbiano prodotto elaborati caratterizzati da proposte che presentino spiccate caratteristiche di originalità e creatività e che risultino particolarmente innovativi nei contenuti e nel linguaggio.
  • Art. 11  Il Centro Studi Aldo Bello pubblicherà un volume con il testo di Aldo Bello selezionato per il Recital, i commenti dei docenti e gli elaborati dei vincitori e dei finalisti del premio, che sarà donato ai concorrenti presenti alla manifestazione, distribuito in tutte le scuole della Provincia e pubblicato sul portale ufficiale www.centrostudialdobello.it.
  • Art. 12 I nominativi dei finalisti saranno comunicati per tempo ai diretti interessati e ai docenti coordinatori. I nomi dei vincitori, invece, saranno comunicati esclusivamente durante la serata di premiazione. In caso di assenza di uno dei vincitori il premio non sarà assegnato. La stessa decisione riguarderà i docenti che hanno realizzato i risultati migliori.

T R A C C E

SEZIONE GIORNALISMO

Traccia n.1: Crisi energetica: il Mediterraneo, scrigno del passato e capitale per il futuro.

«Recentemente si è nuovamente tornati a parlare della centralità del Mediterraneo. La crisi provocata dalla guerra in Ucraina e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento energetico hanno riproposto il “mare nostrum” quale punto centrale strategico per le rotte dell’energia solare, come ha sottolineato, in una recente intervista, il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Anche il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, ha richiamato l’importanza del documento di “Partenariato con l’Africa”, stipulato nel dicembre 2020 nel quale si afferma che il “Continente verticale”, ossia l’interconnessione tra Europa, Mediterraneo e l’Africa, sarà il nuovo asse di una strategia multidimensionale. In un articolo apparso su questo giornale (13 luglio 2022), Davide Tabarelli, presidente e fondatore di Ne Nomisma Energia, ha evidenziato la ritrovata centralità del Mediterraneo e del Sud Italia nei prossimi anni come punto di snodo per l’approvvigionamento del gas e dell’energia.»

(mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-S.M. di Leuca, Mediterraneo di dialogo per un’Europa ‘a misura’, Nuovo Quotidiano di Puglia, 16/07/2022)

Il tema della composizione di un asse privilegiato tra i paesi dei due continenti che si affacciano sul Mediterraneo torna alla ribalta ciclicamente. Ma – tra cronica instabilità dei paesi nordafricani e volontà politica di quelli europei – il progetto finisce per rimanere sulla carta.

Si analizzi la questione – inquadrandola da un punto di vista storico e sociale – attraverso un articolo, una inchiesta o una intervista.


Traccia n.2: Le donne e le libertà negate.

A livello mondiale, in media le donne hanno il 75% dei diritti in meno rispetto a quelli di cui godono gli uomini. Dei circa 40 milioni di persone vittime di forme di schiavitù moderna, quali lavoro e matrimonio forzato, traffico di esseri umani, più di 7 su 10 sono donne. Sono 43 i Paesi che non hanno una legge per punire lo stupro perpetrato dal partner e più di 30 quelli che limitano il diritto delle donne a muoversi liberamente fuori dalle proprie case. A documentare un panorama davvero cupo è il rapporto annuo sullo stato della popolazione mondiale, stilato dal Fondo Onu per la popolazione (Unfpa).

(Monica Ricci Sargentini, L’Onu: alle donne nel mondo il 75% dei diritti in meno, Corriere della Sera/Blog, 15/04/2021)

Si elabori l’argomento in forma di articolo, inchiesta o intervista.


Traccia n.3: Memoria, Tradizione, Identità. Cosa vuol dire essere figli della propria terra.

«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.»

(Cesare Pavese, La luna e i falò, aprile 1950)

Se nu te scierri mai de le radici ca tieni
Rispetti puru quiddre de li paisi luntani
Se nu te scierri mai de du ede ca ssa ieni
Dai chiù valore a la cultura ca tieni
Simu salentini de lu munnu cittadini
Radicati a li messapi cu li greci e i bizantini
Uniti intra stu stile osce cu li giammaicani

(Sud Sound System, Le radici ca tieni, dall’album Lontano, 2003)

«Il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza non può essere dimenticato, e non lo potrebbe neppure se cambiasse la chimica del cervello. Non può esserlo perché un uomo non sta solo nel suo sangue, ma in quel vario nutrirsi di socialità, di linguaggio, di cultura e persino di panorama che altrove, con lo stesso sangue, vede farsi una creatura diversa; perché in dialetto dico cose che durano a lungo, mentre le coltivate parole spesso si perdono nelle astuzie, riempiono la mente di dubbi, insospettiscono e ingannano. Nulla si perde completamente, perché c’è un passato, nel sangue di un paese o di un uomo, che non è mai passato del tutto. Memoria, d’altronde, non è l’accurato ricordo che si lascia scoprire in qualche archivio del tempo, ma il mondo scontroso delle cose capite e fraintese, affrontate e subite, cioè vissute o lasciate vivere.»

(Sergio Zavoli, 1981)

Si costruisca un testo giornalistico centrato sul tema proposto, scegliendo la tipologia testuale ritienuta più adeguata (articolo, inchiesta o intervista).


Traccia n.4: I giovani d’oggi in controluce: “figli di nessuno e mancati eroi”?

«I nostri figli infelici ci giudicano senza profferire parola, rimangono lontani da noi, dalle nostre stonate parole e si consegnano al tempo che non misurano più negandosi come persone. Noi imperterriti continuiamo a proteggerle senza educarli alla dura fatica del crescere. Con loro non usiamo le forbici.
Non potiamo le loro fantasie inconsistenti, non li costringiamo al confronto dialettico con la realtà. Più spesso, moltiplicando le nostre e le loro paure, li lasciamo vivacchiare e nascondersi nel web. Da uno schermo all’altro, abilmente imparano ad interagire come automi. Chiusi nelle loro camerette, non disturbano, non hanno pretese e si spengono poco a poco senza darlo a vedere. Li diciamo buoni, ma sono depressi. I loro numerosi maestri “da remoto” non li conosciamo. Stupidamente affidiamo soprattutto a loro il difficile compito dell’educazione/formazione. Da ultimo, fantastichiamo anche sul loro futuro: da grande faranno gli ingegneri informatici, gli esperti di quel niente che tanto ci inquieta e assolve. Così, figli di nessuno e mancati eroi, percorrono le buie cantine della mente e, quando escono alla luce guardano ma non vedono, odono ma non sentono. Cuffie, tatuaggi, pantaloni strappati, amuleti dappertutto. Stravaganti e medici, per esserci e non esserci. Clonati dai media, scono nel buio, quasi invisibili, irriconoscibili l’uno all’altro, costantemente storditi o anestetizzati dal fumo e dall’alcool per mantenersi sufficientemente liberi di non pensare.»

(Angelo Botturi, 2022)

A questa impietosa lettera lo scrittore-filosofo Umberto Galimberti (autore – tra l’altro – del saggio L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani) così risponde:

«La descrizione che lei fa dei giovani d’oggi, anche se non va generalizzata, è perfetta. […] E’ inutile che i genitori si diano da fare per diventare “amici dei figli”, tradendo in modo irrecuperabile la loro funzione che è poi quella di essere “buoni esempi di vita”. La scuola non li “educa”, al massimo, quando ci riesce, li “istruisce” svolgendo i programmi ministeriali. […] La maggior parte degli insegnanti non conosce il cuore degli studenti, le loro emozioni, i loro sentimenti, in quell’età incerta che è l’adolescenza, dove si comincia a conoscere la trasformazione del proprio corpo, l’eccesso della vita oltre la misura fino allora conosciuta. […] La cultura non li seduce perché spesso è offerta con la pedanteria che ne spegne la bellezza e la potenza. […] Per i ragazzi di oggi sembra che non ci sia neppure un “futuro come promessa” in grado di motivare e di spronare anche al sacrificio, che i ragazzi saprebbero accettare se la promessa del futuro fosse credibile. […] Penso che alcool e droga siano per loro, più che un piacere, un anestetico all’angoscia che avvertono quando sporgono lo sguardo sul loro futuro.»

(Umberto Galimberti, 2022)

Prendendo liberamente spunto dai testi sopra riportati, si tratti – in forma di articolo, inchiesta o intervista – la condizione dei giovani nella società di oggi, facendo riferimento anche al mondo dell’arte, del cinema, della musica contemporanea e, se lo si ritiene opportuno, anche alle proprie personali esperienze di vita.


Traccia n.5: Non più bruco, mai più farfalla: il Tarantismo, da sindrome culturale a fenomeno popolare

«La pizzica, espressione storica di un malessere sociale, civile, e dunque politico (nel significato etimologico del termine: di vita della polis), è da tempo una sovrastruttura consumistica, le radici sono andate perdute, le coordinate antropologiche cancellate. La “malattia” è ludica. La taranta cantata o ballata è competitiva sul mercato del sound e del rock. In Salento sopravvivono riti residuali, figurazioni artefatte, sussulti comatosi. Come gli arrosti sulle scogliere marine nella notte di San Lorenzo, come la sbronza di rigore la sera di San Martino, fanno parte di scintillanti quanto caduche liturgie che oggi incantano quasi esclusivamente gli spiriti romantici, e semmai sciolgono il sangue agli algidi turisti del Nord. La pizzica-taranta non è più bruco, non sarà mai più farfalla. E’ una crisalide svuotata e infeconda.»

(Aldo Bello, da una lettera a Ezio Sanapo, 2004)

La repentina transizione realizzata dal Tarantismo da elemento della tradizione culturale locale a evento internazionale, è testimoniata da Aldo Bello – non senza una certa insofferenza – tra le righe di una lettera indirizzata nell’estate del 2004 al pittore salentino Ezio Sanapo.

Quali riflessioni possono essere fatte sull’argomento? Quanto – o cosa – si è guadagnato e quanto – o cosa – si è perso dal dissolversi della reale essenza di questo intrigante fenomeno antropologico?

Si tratti il tema in forma di articolo, inchiesta o intervista.

SEZIONE NARRATIVA

Traccia n.6: Consapevole incoscienza

Aldo Bello – intervistato da Antonio Errico – distilla quella che è l’essenza del mestiere di giornalista.

«In giro per il mondo a guardare, a capire, a raccontare? Ho cercato sempre di capire. Guerre, guerriglie, terrorismo, traffici, genti, paesi. Ho guardato e ascoltato. Umilmente. Ho scritto con dentro gli occhi i volti delle persone che ho incontrato in Afganistan, in Turchia, a Cipro, nel Laos, in Algeria, in Marocco, in Cina, in Giappone, in Egitto, nelle terre d’Arabia, nei Paesi del Centro e Sud America.

Il giornalismo come conoscenza, allora? Credo che il giornalismo sia la forma di conoscenza più viva e concreta, quella che ti fa affondare le scarpe e il pensiero nella materia che devi o vuoi conoscere. […] Ecco, il segreto di questo mestiere che ti porta tra variabili fusi orari, nella splendida babele di lingue e di etnie, fra gli infiniti fondali che offre il nostro pianeta, è racchiuso in una gran dose di consapevole incoscienza. Come avrò camminato nella foresta amazzonica o nel deserto siriaco, fra i caracorum del Nepal o nella Spianata delle Moschee, fra le rive dell’Indo sotto ll Muro di Berlino che stava per cadere? Me lo sono chiesto sempre, ma dopo, a ritorno concluso. L’avessi fatto prima avrei risvegliato tutte le mie insopportabili fragilità. E i tasti della mia macchina da scrivere si sarebbero immediatamente inceppati.»

Si elabori un racconto breve, una cronaca immaginaria o un monologo – avente per protagonista la figura di un giornalista o una redazione giornalistica – ispirato alle osservazioni di Aldo Bello, con particolare riferimento alla gran dose di consapevole incoscienza alla quale riconduce il segreto di questo mestiere.


Traccia n.7: Prendendo le mosse da una delle seguenti citazioni, si elabori un racconto breve, una cronaca immaginaria o un monologo.

7A«Erano anni che non aprivo quell’album. Lo sfogliai lentamente, rivivendo ogni istante impresso sulla pellicola, prigioniero a ogni pagina di un groviglio di emozioni. Meglio lasciar perdere finché sono ancora in tempo, mi dissi.Stavo per chiudere quel pozzo di ricordi quando sentii bussare alla porta…»

(Sergio Bambarén, L’onda perfetta, Sperling & Kupfer, 1999)

7B«Traversò la strada bianca e larghissima, con dei radi lampioni che mandavano una luce fioca, quasi spenta. Procedeva lentamente rasentando certi alberelli gracili e stenti, senza foglie, che gli venivano incontro indifferenti. Quando entrò in paese per un momento si sentì a disagio. Il sole arrossava le colline, (Aldo Bello, Le lune e riobò, E.T.M., 1978)allungando le ombre dei boschi…»

(Aldo Bello, Le lune e riobò, E.T.M., 1978)

7C«Per quanto mi sforzassi di dimenticare, dentro di me restava qualcosa, una specie di grumo d’aria non meglio precisato. Poi, col passare del tempo, quel qualcosa cominciò a prendere una forma piú chiara e definita. Cosí chiara che posso anche tradurla in parole. Le seguenti: “La morte non è l’opporto della vita, ma una sua parte integrante”. Tradotto in parole suona piuttosto banale, ma allora non era cosí che lo percepivo, ma come un grumo d’aria presente dentro di me.»

(Haruki Murakami, Norwegian Wood. Tokyo blues, 2013)

7D«Mi sbigottiva lo sfarzo fiabesco del paesaggio notturno, cristallizzato, e indifferente, chiuso a un segno, sia pure appena percettibile, che rivelasse una presenza, una traccia, una sorte insomma, nella mia vicenda che mi vedeva recepito in un ingranaggio straordinario…»

(Aldo Bello, Il sole muore, E.T.M., 1973)