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Premio di Giornalismo “Aldo Bello” II edizione – Introduzione del Presidente

La seconda edizione del Premio di Giornalismo intitolata ad Aldo Bello è stata introdotta – come da consuetudine – da un intervento del Presidente del Centro Studi, Prof. Cosimo Mudoni.
La prolusione riepiloga in maniera diretta ed efficace le motivazioni che sottendono l’organizzazione di questa manifestazione, e per questo motivo viene riproposta in questa sede.


Premio di Giornalismo “Aldo Bello” (II edizione)

Serata di Premiazione


Introduzione

Il Presidente del Centro Studi “Aldo Bello”
Cosimo Mudoni

Per chiarire le ragioni del nostro essere qui stasera, il perché di un premio di Giornalismo intitolato alla memoria di Aldo Bello, ho ritenuto opportuno richiamarmi ad un altro PERCHE’, quello che si pose la Direzione del primo numero della Rassegna trimestrale dell’allora Banca Agricola e popolare di Matino e Lecce, nel gennaio 1975, di cui quest’anno ricorre il quarantennale.

Riporto integralmente la pagina introduttiva:

PERCHE’

«Questa rivista non nasce per un puro plaisir de paraître. In un momento come questo, in cui l’economia italiana, come le economie di molti paesi del pianeta, attraversa un tunnel e può avere sbocchi imprevedibili, non è inopportuno aggiungere la nostra alla voce di quanti hanno a cuore le sorti del Paese, e dare in questo modo un contributo, sia pur modesto ma obiettivo, per la soluzione dei problemi che investono la società italiana contemporanea.
Una Banca è senz’altro un punto di osservazione privilegiato nello scacchiere socio-economico. Tanto più, quando opera in una regione, come la Puglia, ricca di contraddizioni: è l’area meridionale che ha registrato il più impetuoso sviluppo industriale sia privato che a partecipazione statale, ma che ha anche dato all’emigrazione, dal ’61 al ’71, uno dei più alti movimenti del Mezzogiorno, con la fuga di 700 mila unità; è la regione più periferica rispetto a quel nucleo vitale di livello europeo che è il “triangolo industriale” del Nord, ma è anche il ponte più naturale per l’Africa e il Medio Oriente, dove il petrolio è uno status symbol, una insostituibile materia prima e un’arma di ricatto che rende possibili sul piano della politica mondiale tutte le alleanze e tutti i tradimenti; è, infine, una terra che, accanto a sacche di antica arretratezza, unisce nuclei in trasformazione ricchi di fermenti creativi.
Il compito che assumiamo e facciamo nostro, dunque, è duplice, e riguarda da una parte l’analisi attenta della situazione economica e sociale nazionale e meridionale, e dei fenomeni che incideranno sulle scelte e sui comportamenti italiani ed europei; dall’altra, interessa più da vicino la condizione culturale, la tradizione artistica, il patrimonio naturale dell’area salentina, come atto d’amore per una terra d’antica civiltà e di originali vicende storiche.
Fra le due parti, a nostro avviso, non c’è contraddizione. Entrata in crisi la concezione romantica degli Stati nazionali chiusi nelle proprie frontiere, la splendida patria europea può trarre dalle culture locali e regionali forza e slanci per un ruolo moderno e costruttivo. In questa prospettiva, il Salento e la Puglia, che conobbero la presenza di greci, romani, bizantini, e poi svevi, normanni, aragonesi, francesi, e videro sovrapporsi strati e strati di civiltà diverse e con matrici culturali irripetibili, si inseriscono con una propria individualità, un personale linguaggio, e, sull’altro campo, con formidabili capacità imprenditoriali, con un non comune spirito d’iniziativa. Tutto questo è già Europa, cioè futuro. Nel nome del quale apriamo il nostro discorso, licenziando il primo numero della rivista, e augurando ai collaboratori e ai lettori buon lavoro e un dialogo sincero e costruttivo.»

Si tratta di una pagina molto interessante, nella quale sono collegati come due elementi interdipendenti «l’analisi attenta della situazione economica e sociale nazionale e meridionale» da una parte e «la condizione culturale, la tradizione artistica, il patrimonio naturale dell’area salentina» dall’altra: un binomio, quello tra realtà e conoscenza, tra economia e cultura, tra realtà nazionale e realtà locale, centrale nella visione della Rivista e prospetticamente fecondo.

L’articolazione del primo numero della Rivista si muove nell’alveo dell’impostazione programmata: agli articoli economici a carattere nazionale di Guglielmo Tagliacarne (“1974: l’anno dell’inflazione galoppante”) e di Claudio Alemanno (“L’Italia e la recessione occidentale”) seguono le analisi economiche ma a livello locale di Aldo Bello (“Le cifre del Salento”) e di Mario Praz (“Puglia”), seguite a loro volta da interventi a carattere specificamente culturale e artistico-letterario su sfondo locale: “S. Nicola di Casole” di Donato Moro e “Girolamo Comi” di Guglielmo Petroni.

Traspare evidente insomma già dal primo numero la volontà di focalizzare l’attenzione sulla realtà salentina con un approccio storico-scientifico e non sentimentale, in un contesto nazionale ed europeo nel quale essa (realtà) concretamente si colloca e prende forma, con l’aiuto di firme prestigiose che conoscono perfettamente ciò di cui si occupano. Traspare inoltre, tra le righe, un senso di orgoglio di appartenenza alla propria terra, come si può dedurre da un passaggio di Donato Moro sulla chiesa di S. Nicola di Casole:
«Quando nel 1300, per opera soprattutto di Coluccio Salutati, si istituiva la prima cattedra di greco, in questo estremo lembo d’Italia lo studio delle lettere greche era assai diffuso, così come dialetti neogreci si parlavano in molte terre del Salento…L’amore per il sapere era vivo ed austero nel cenobio di Casole. Il cardinal Bessarione, basiliano anche lui, protettore dei monasteri greco-bizantini dell’Italia meridionale portò via con sé alcuni codici antichi che alla sua morte furono portati a Venezia dove costituirono il primo e più prezioso nucleo della biblioteca Marciana…Così da questo cenacolo eccentrico di cultura e di studi, destinati a sparire proprio quando avrebbe potuto acquistare nuove prospettive e funzioni, molteplici faville di sapere si spargevano lontano ad accendere più giovanili fuochi su terreni già pronti»
Dal canto suo Guglielmo Petroni, parlando di Girolamo Comi, afferma che, «pur essendo stato uno spirito anticipatore della cultura del nostro tempo, è pressochè sconosciuto o scarsamente considerato nella terra d’origine, pur essendo una delle più rappresentative personalità della cultura letteraria del suo tempo»

Perché ci siamo soffermati sui contenuti del primo numero della Rivista Trimestrale dell’allora Banca Agricola e Popolare di Matino e Lecce, oggi Banca Popolare Pugliese?
Per due ordini di ragioni: per tributare, in occasione del quarantennale della nascita della Rivista, il giusto e doveroso omaggio a due pionieri e protagonisti del nostro tempo, Giorgio Primiceri e Aldo Bello, che con lungimiranza intuirono l’importanza di affiancare all’attività tradizionale della Banca una prestigiosa rivista culturale radicata sul territorio; in secondo luogo, per richiamarci a quei medesimi valori e principi ispiratori che, a nostro giudizio, sono presenti anche nel Premio di giornalismo intitolato ad Aldo Bello. Non a caso quasi tutte le tracce proposte finora all’attenzione dei giovani delle scuole superiori della nostra Provincia sono ricavate da Apulia, una rivista che ha cessato sì di essere pubblicata, dopo la scomparsa del suo Direttore, ma che, grazie appunto al Premio di giornalismo, continua ad essere consultata e apprezzata da un numero crescente di giovani studenti.

E qui subentra il grande tema della Memoria, come mezzo strategicamente importante di dialogo tra le generazioni e come condizione essenziale per riscoprire e arricchire di nuova linfa la propria identità.

A proposito di Memoria, molto belle ed efficaci sono alcune affermazioni-riflessioni del grande Sergio Zavoli (che fu un estimatore oltre che amico di Aldo Bello al tempo del lavoro presso la RAI), tratte da un suo libro (Premio Bancarella 1981) dal titolo “Socialista di Dio”:
«Nulla si perde completamente, perché c’è un passato, nel sangue di un paese o di un uomo, che non è mai passato del tutto…Toglierci la “memoria” significherebbe non soltanto privarci di gran parte dell’identità, ma offrire alla nostra storia l’alibi di un’innocenza che non ha mai avuto, che non ha e che è bene non abbia neppure domani. Essere nuovi tutti i giorni deve pur costare qualcosa, compresi i ricordi.»

Proprio per non dimenticare il passato, anzi per riscoprirlo ogni giorno sempre nuovo e fecondo, è nata nel 2007 l’Associazione Autori Matinesi e nel 2012, ad un anno dalla scomparsa di Aldo Bello, il Centro Studi a lui intitolato. La creazione di un archivio all’interno della nostra Associazione e l’istituzione del Premio di giornalismo si muovono entrambe nella direzione della conservazione della memoria, del recupero e della valorizzazione di ciò che di bello e di grande è stato realizzato nel passato: è un modo, insomma, per sottrarre all’usura del tempo le idee e i valori che i nostri “padri” hanno prodotto e realizzato nel corso della loro esistenza e che non possono né devono scomparire nel nulla sol perché è venuta meno l’ombra del loro corpo.

Strettamente associata al tema della Memoria è il tema della Scrittura e della Scuola: la scrittura come riflessione critica sul presente e sul passato, come strumento di ricerca della verità e della propria identità; la Scuola, come luogo di crescita umana e culturale nel quale il passato viene rivisto e filtrato attraverso il confronto, spesso serrato e talvolta accidentato, tra la generazione degli adulti (insegnanti) e le nuove generazioni (studenti).

Anche alla luce di queste premesse il bilancio della seconda edizione del Premio di Giornalismo Aldo Bello può considerarsi positivo e incoraggiante:

  • si è mantenuta una linea di continuità tra passato e presente, tra i principi ispiratori e i valori dei nostri “padri” e le problematiche più legate all’attualità;
  • si è permesso ai giovani di confrontarsi in modo critico e argomentato con tematiche da loro ritenute interessanti, di allargare i propri orizzonti culturali, di conoscere il pensiero di autori e personalità di livello internazionale (Fukuyama, Huntington, Fouad Allam Khaled, Kofi Annan, ecc.), di scoprire, attraverso una lettura diretta e personale, il mondo di Apulia, una vera miniera di idee e di spunti sui temi più vari e infine di argomentare, attraverso la scrittura giornalistica, le proprie opinioni rendendole convincenti e di facile lettura;
  • si è offerto ai docenti e al mondo della scuola l’opportunità di contestualizzare e attualizzare l’insegnamento-apprendimento, di arricchire l’offerta formativa delle singole istituzioni scolastiche

Forti e orgogliosi di tali positivi risultati, guardiamo avanti con serenità, consapevoli della funzione educativa e morale della nostra iniziativa, frutto di un’ampia collaborazione tra istituzioni economiche, politiche, sociali e scolastiche, che ci auguriamo si consolidi e si allarghi nei prossimi anni.

Pertanto, un grazie di cuore:

  • in primis, alla Banca Popolare Pugliese e al suo Presidente, dott. Vito Primiceri, che ha sostenuto fin dall’inizio il progetto in continuità con l’impegno sempre profuso a favore del territorio;
  • al Sindaco di Matino, dott. Tiziano Cataldi e all’Amministrazione comunale da lui presieduta per aver messo a disposizione il Palazzo Marchesale, un contesto all’altezza della solennità dell’evento;
  • al Sindaco della Città di Galatina, dott. Cosimo Montagna e in particolare all’Assessore alla Cultura, prof.ssa Daniela Vantaggiato, per il patrocinio e il sostegno all’iniziativa;
  • agli illustri relatori della serata:

    • Sonia Tura, giornalista, caporedattore centrale di San Marino RAITV;
    • Piero Arcide, giornalista, Caporedattore Servizi speciali Sport, San Marino RTV;
    • Stefania Mandurino, responsabile valorizzazione offerta turistica, Pugliapromozione, Regione Puglia;
    • Antonio Errico, scrittore, amico storico di Aldo Bello;
  • ai componenti la Commissione di valutazione: Sonia Tura, Piero Arcide, Fernando D’Aprile (Direttore Piazza Salento), Fabio D’Astore (Presidente Società D. Alighieri, Comitato di Casarano), Ada Provenzano (collaboratrice di Apulia);
  • a tutte le scuole che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento (Casarano, Gallipoli, Tricase, Copertino, Galatina, Nardò) e in particolare:
    • al Liceo artistico e musicale “E. Giannelli” di Parabita per aver collaborato al Progetto grafico-pubblicitario (Prof. Otello Serra) e allestito l’Omaggio ad Aldo su musiche del maestro Morricone (Prof. Francesco Protopapa);
    • all’IISS “Q. Ennio” di Gallipoli per il Recital su un testo di Aldo Bello.